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( dall’articolo: “Flebite, periflebite, panniculite…una riflessione…sulla terra di mezzo” di Chiara Bucherini, Juliana Mourao Pires, Eugenio Bucherini, pubblicato sul n.1 2015 di Nautilus)

 La patologia venosa ha una vasta diffusione nei paesi occidentali...Il sesso femminile sembra essere colpito due o tre volte più frequentemente di quello maschile... Nella sintomatologia o nel gonfiore di un arto inferiore il comune denominatore è spesso caratterizzato da insufficiente ritorno venoso del sangue al cuore con presenza o meno di alterazioni organiche.
Un fattore di rischio importante per l’insorgenza e/o aggravamento della sintomatologia dolorosa dell’arto inferiore, in genere, e soprattutto del sistema venolinfatico è rappresentato dall’obesità, dovuta ad un eccessivo peso corporeo…
Il sovrappeso agisce in modo diretto sul distretto veno-linfatico degli arti inferiori aumentando la ritenzione idrica, molto più di quanto si osservi nei soggetti magri o normotipi. Inoltre la difficoltà respiratoria, per l’aumento della pressione endoaddominale, dovuto alla grande quantità di cellule adipose presenti nell’addome (intestino), fa sì che venga notevolmente rallentato il deflusso di sangue dagli arti inferiori, particolarmente quando il soggetto assume una condizione ortostatica passiva. Questo si verifica quando alla condizione di obesità, spesso acquisita nella vita adolescenziale o nella vita adulta, si associa una scarsa attività fisica...
Volendo elencare le concause dei disturbi rilevati agli arti inferiori e responsabili di tali alterazioni, oltre alla obesità, ai disturbi alimentari e alla predisposizione familiare già sopradescritta, si associano frequentemente fattori ormonali presenti nella pubertà, gravidanza, menopausa
e l’uso di contraccettivi orali. Inoltre incide anche lo stile di vita come la scarsa attività fisica, la sedentarietà, il fumo, l’abbigliamento fatto da abiti aderenti o scarpe con tacchi molto alti, oppure professioni che richiedono una prolungata stazione eretta (es. commessa, parrucchiera…)
o professioni che svolgono le loro attività in ambienti caldo-umidi (es. fornaio, cuoco...) o particolari attività sportive agonistiche tipo il sollevamento pesi, il canottaggio e l’equitazione...
I sintomi riferiti a volte possono essere intermittenti, persistenti, lievi o solo in rari casi invalidanti. Gli arti colpiti spesso si presentano caldi e dolenti...
Nel novero dei fattori di rischio non va comunque dimenticato il ruolo della postura e l’atteggiamento abituale che assumiamo in certe situazioni del quotidiano, come accavallare le gambe… Nella valutazione posturale della sintomatologia è importante descrivere anche una storia anamnestica ben definita che va dai trattamenti odontoiatrici, a quelli ortopedici (plantare, busto, scarpette, protesi, ginnastica correttiva, occhiali da lontano e da vicino, lenti a contatto, correzione ortottica etc), a scivolate banali, fratture, distorsioni di caviglie, traumi, cefalee, emicrania, instabilità (non sindromi vertiginose), scoliosi, etc.
…Oltre al trattamento farmacologico sopra riportato, utile soprattutto nelle componenti con alta risposta flogistica, è fondamentale associare buone abitudini di vita: camminare tutti i giorni un’ora a passo svelto, nuotare, andare in bicicletta o fare la cyclette sono norme da incentivare, come utilizzare abbigliamento e calzature adeguate ed evitare indumenti troppo stretti, scarpe con tacco di 3-4 cm (oltre ai tacchi alti sono sconsigliate anche le suole piatte). Vanno inoltre adottate le misure igieniche adeguate come evitare il bagno in acqua troppo calda, sauna e/o bagno turco, preferire una doccia o un idromassaggio con getti di acqua tiepida e fredda alternati, evitare cerette a caldo e strappi violenti sulla cute, evitare durante i viaggi di rimanere a lungo immobili nella stessa posizione, soprattutto se si è in treno o in pullman è opportuno alzarsi spesso e camminare; in auto fare delle soste periodiche e se ciò non è possibile cercare di allungare o muovere spesso le gambe, e bere acqua frequentemente lungo il viaggio.
Infine è necessario seguire una corretta alimentazione cercando in particolare di consumare alimenti ricchi di vitamine (in particolare la vit. C che e vaso protettore) e sali minerali quali frutta (in particolare arance, ananas, kiwi, frutti di bosco) e verdura, aumentando il consumo di cibi ricchi di fibra per evitare la stipsi che influisce sulla pressione intra-addominale. E’ buona norma bere molta acqua, come sopra già riferito, per favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso e limitare l’assunzione di alcool e di caffè oltre a ridurre il consumo di cibi fritti e iperlipidici. ...